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Oggi non regalatemi mimose

Intendiamoci, non che le mimose non mi piacciano. Ma quel triste, inutile mazzolino giallo che ogni 8 marzo viene propinato a mò di trofeo mi fa venire l’orticaria.

Ieri ho incontrato una vecchia amica, appena rientrata da un intenso viaggio in India.  Abbiamo parlato a lungo, con una tazza di tè tra le mani e centinaia di fotografie, cartine e appunti sparsi sul pavimento. Alcune immagini e i suoi racconti mi hanno lasciato senza fiato. Una sorta di confine che ho improvvisamente oltrepassato, mio malgrado.

Credits: Fratelli Dimenticati

Credits: Fratelli Dimenticati

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Viaggio nella Memoria

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre.

Primo Levi

viaggio nella memoria1

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#earthhour: l’Ora della Terra. Per un futuro sostenibile.

Viaggiare significa anche e soprattutto imparare a rispettare il mondo in cui viviamo. E questo è un messaggio che, a mio avviso, è importante trasmettere ai nostri figli sin da piccoli. Perché siano in grado, un giorno, di migliorarlo davvero questo mondo spesso bistrattato, offeso, calpestato.

Ecco perché, in un blog che parla di viaggi in famiglia e di tempo passato insieme ai nostri bimbi, spunta un post dedicato all’Earth Hour (l’Ora della Terra), il grande evento globale WWF per il clima.

Il 31 Marzo il mondo si spegne per un’ora: città, monumenti, singole abitazioni.  Un gesto simbolico contro i cambiamenti climatici ma anche l’impegno, concreto, di ognuno sulla strada della sostenibilità – per dare al mondo un futuro migliore e vincere la sfida del cambiamento climatico. Per fare in modo che i nostri figli continuino a giocare nei parchi, a godere di alberi, fiori, cieli azzurri. Per fare in modo che i nostri figli, e i loro figli, possano ancora viaggiare, scoprire panorami mozzafiato, commuoversi davanti agli spettacoli che la natura ci sa offrire. Continua a leggere…

#HiddenCrisis: perché nessun bambino nasce per morire di fame

Oggi 15 febbraio, il mondo potrà partecipare alla più grande chat di solidarietà su Twitter, che durerà oltre 12 ore, viaggiando attraverso 3 continenti e 12 fusi orari.

Lo scopo? Combattere l’ #hiddencrisis nel mondo. Quella crisi nascosta che si chiama malnutrizione.

Organizzata da Save the Children in collaborazione con la Fondazione delle Nazioni Unite, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità e The Million Moms Challenge, questa iniziativa vuole far incontrare esperti, politici, attivisti, chef, personalità della cultura e genitori di tutto il mondo in un unico grande dibattito sul tema della malnutrizione, la “crisi nascosta” dei nostri tempi. Continua a leggere…

Il viaggio della memoria. Per non dimenticare.

Il  27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di sterminio di Auschwitz e scoprono l’orrore svelando al mondo le stragi del genocidio nazista. Dal 2000, la repubblica Italiana riconosce questa data come Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah, ovvero lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte. E per ricordare anche coloro che coraggiosamente si sono opposti allo sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite.

In questo blog si parla di viaggi. Viaggi in famiglia, affinché i bambini crescano attraverso la scoperta del mondo e siano arricchiti dalla bellezza del diverso da sé. Sono viaggi che portano felicità. Eppure, è esistito un viaggio cominciato tra urla strazianti, pianti disperati, valigie riempite di fretta, corpi ammassati in treni merci e portati verso la morte. E’ esistito un tempo in cui bambini, uguali ai nostri, improvvisamente venivano costretti a partire con nient’altro che il loro terrore, verso una destinazione che non conoscevano, e non facevano ritorno a casa, mai più. E’ esistito un tempo in cui milioni di persone sono state bruciate in quei campi di concentramento, milioni di persone sono state private del sole, del pane, della dignità. Che pure è di tutti. Che meritano tutti. Continua a leggere…

Bambini che combattono in gabbia

Ha fatto il giro del mondo in poche ore il video di match di arti marziali miste nel Greenlands Labour Club di Preston, nel Lancashire in Gran Bretagna, nel quale due bambini di 8 e 9 anni combattono nell’arena a mani nude. Combattimenti all’interno di una gabbia, sulla scia dei cage match resi famosi dalla UFC (Ultimate Fighting Championship), un’organizzazione di arti marziali miste statunitense che è arrivata anche sulla tv italiane grazie alla spettacolarità, ma soprattutto alla violenza dei suoi combattimenti. Continua a leggere…

Guardare Spongebob fa male ai bambini

Quale bambino sopra l’anno di età non ha visto almeno per una volta Spongebob, famoso cartone animato che racconta la vita di una spugna  adolescente che  indossa dei pantaloni quadrati, vive sotto il mare e che, insieme a pesci, cavallucci di mare, stelle marine, granchi, plancton, fa un sacco di cose senza senso?

Bene, prima di lasciare i vostri figli in balia della spugna che assomiglia ad un pezzo di emmenthal, leggete questo post di OggiScienza.

L’articolo, interessantissimo per qualunque genitore credo, riporta  i risultati di una ricerca effettuata dall’Università della Virgina, secondo cui bastano 9 minuti di Spongebob per rallentare la funzionalità di bambini di 4 anni. In gergo leggermente più tecnico, pochi minuti di cartone animato ad alta frequnza di immagini (scene molto veloci, cambi rapidi) – come Spongebob appunto – peggiorano drasticamente la funzione esecutiva a pochi minuti dalla visione. Continua a leggere…

Spiegare l’11 Settembre ai bambini

Un album da colorare per bambini, in memoria dell’11 Settembre. Ecco come Wayne Bell, editore di Really Big Coloring Books (una casa editrice del Missouri), ha presentato il suo libro, “We shall never forget 9/11: the kids’ book of freedom”, ovvero: “Non dimenticheremo mai l’11/9: il libro per bambini sulla libertà” . ll libro racconta, attraverso vignette da colorare, la storia degli attacchi alle Torri Gemelle e la conseguente caccia ad Osama bin Laden. Continua a leggere…

Scioccante: “il cacciatore di bambini neri”

Scioccante. Devastante, deprimente.

Il sito Elmundo.es ha pubblicato un articolo che ha fatto inorridire il mondo. Pare che sulla bacheca Facebook di un tal Eugene Terreblanche, sia stata postata la foto di un ragazzo bianco che posa orgoglioso con un fucile in mano e con ai suoi piedi – a mo di trofeo – un bambino nero, apparentemente senza vita.

La polizia sta ora cercando di identificare l’uomo nella fotografia e soprattutto sta cercando di capire chi ha inserito il post  e se l’immagine tanto agghiacciante sia vera o frutto di un fotomontaggio.

Il nome utilizzato per il profilo Facebook richiama l’ex leader del Movimento di Resistenza Afrikaner (AWB) di estrema destra Eugene TerreBlanche, assassinato nell’aprile del 2010. Sul profilo del noto social network ,Terrorblanche si descrive come un impresario a cui piacciono la musica africana, i Simpson, le armi bianche e il fuoco. Il profilo non è aperto a tutti,  ma l’ultima volta che è stato possibile consultare la pagina, Terrorblanche contava 589 amici e numerosi sostenitori, come riporta il Corriere della Sera. Continua a leggere…

Bambino affetto da rara malattia salvato da Facebook

La storia è accaduta lo scorso Maggio, negli Stati Uniti. Tutto comincia quando la scrittrice e fotografa Deborah Copaken Kogan pubblica sul noto Social Network una foto di suo figlio di 4 anni, dopo che si era svegliato con una terribile eruzione cutanea e la febbre alta. Il piccolo viene portato dal medico, che lo sottopone ad alcuni esami, con il sospetto che si tratti di scarlattina. Nell’attesa dei risultati del laboratorio, al bambino vengono somministrati antibiotici, senza però nessun miglioramento. Il lieto fine arriva finalmente attraverso Facebook: un’amica infatti contatta Deborah dopo aver visto le foto che ques’tultima ha continuato a postare nei giorni successivi, in cui il figlio peggiorava a vista d’occhio. L’amica le suggerisce di correre immediatamente in ospedale, perché probabilmente il figlio è affetto dalla sindrome di Kawasaki. L’intuizione della donna deriva dal fatto che anche suo figlio ha avuto la stessa infezione, poco tempo prima. Si tratta di una dilatazione delle arterie – non facile da diagnosticare – che, nei casi più gravi, può portare ad aneurismi anche mortali. La mamma, allarmata, segue il consiglio dell’amica e la diagnosi viene confermata dai medici dell’ospedale. Opportunamente curato, per fortuna, il bambino si riprende, e i media americani parlano di una nuova funzione di Facebook: strumento per la diagnosi democratica, cioè fatta dal basso. Chissà… Speriamo sia veramente cosi.

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