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Come preparare i bambini ad un viaggio

Quanto è importante preparare i nostri bambini ad un imminente viaggio? E’ fondamentale. Solo preparandoli, si sentiranno parte del viaggio stesso. Vivranno l’anticipazione della pianificazione, l’eccitazione prima della partenza e saranno maggiormente coinvolti durante il viaggio. Ecco 8 cose che potrebbero aiutare i vostri figli a sentire viva la voglia di partire.

1. Preparate voi stessi prima di preparare loro

Viaggiare con i bambini è di certo più faticoso: richiede pazienza e preparazione. Se voi stessi sapete poco o nulla di ciò che andrete a visitare, sarà difficile coinvolgere i bambini durante il viaggio. Si annoieranno facilmente e ciò che doveva essere una splendida avventura si trasformerà molto probabilmente in una tortura per tutti. Prima di partire, leggete guide e libri sull’argomento, guardate video e film, cercate informazioni su Internet. Entrate nel “mood”, createvi aspettative, cercate di conoscere quanto più possibile della cultura, delle abitudini e della storia del luogo che andrete a visitare. Continua a leggere…

Come sopravvivere ad un viaggio On The Road con bambini

viaggiare con i bambini

Del viaggio, adoro tutto. Soprattutto la fase di preparazione. Leggo, mi informo, cerco – come una forsennata  – gemme nascoste lungo il percorso… E i bagagli? Erano un incubo, all’inizio. Ma, pian piano, facendo pratica, ho imparato. E, oggi, sorrido quando per strada vedo automobili stracariche, talmente piene da riuscire a stento a riconoscere le facce attraverso i finestrini… Tutto lo spazio è occupato da valigie, sporte, borse e borsette. Una volta ho persino visto un materasso stipato tra le teste dei poveri passeggeri e il vetro posteriore dell’auto!

Certo, viaggiare con bimbi piccoli complica leggermente le cose. Ma, diciamoci la verità. Se si viaggia in auto, senza limti di franchigia, senza l’ossessione del peso del bagaglio, senza l’incubo dei costi extra da pagare per valigie over-size… i buoni propositi di viaggiare light vengono immancabilmente sostituiti dalla frenesia di portare un po’ di tutto. Non si sa mai, magari fa freddo, magari fa caldo, magari dobbiamo andare in un ristorante elegante, magari… magari… e alla fine, si parte con un’auto carica fino all’inverosimile di cose che, il più delle volte, non ci servono. O che, nella migliore delle ipotesi, qualora ci servissero, sono sempre fuori portata.

Ora, non è che io mi definisca un’esperta di viaggi on the road, ma dopo averne fatti un bel po’, rigorosamente con pargoli al seguito, ho imparato che, con un po’ di impegno e di esercizio, si può davvero ridurre il bagaglio allo stretto necessario. La mia lista è semplice e stringata: 3 cambi per ciascun componente della famiglia (al massimo 4 per i bimbi), niente che un po’ di detersivo o una lavanderia a gettoni non possa far nuovamente risplendere, 2 paia di scarpe per uno e poi… la mia Travel Top Ten, i 10 oggetti da non dimenticare mai! Eccoli: Continua a leggere…

Viaggiare con bambini: da soli o in compagnia?

Viaggiare con i bambini: meglio in famiglia o in gruppo? Bella domanda! Devo dire che, personalmente, sono sempre stata una viaggiatrice solitaria, più che da comitiva vacanze. Anche da single, ho sempre trovato estremamente difficile trovare il compagno di viaggio ideale. E penso che molto dipenda da cosa si intende per “viaggio”.

Per me viaggiare è sperimentare, curiosare, immergermi corpo e mente in una nuova cultura, in un nuovo luogo. Prediligo gli itinerari insoliti, all’estero non amo mangiare “italiano” e sono poco amante della vita notturna. Preferisco i fatti alle chiacchiere e le cose non sono cambiate molto da quando i miei viaggi sono diventati family.

Per cui, trovare altre famiglie che concepiscano il viaggio come lo concepisco io, è per me una vera sfida. Non che mi dispiacerebbe, s’intende. Ma dovrei essere davvero sicura che ci sia una profonda comunione di intenti e di vedute. Un tantino drastica? Lo so. Ma il viaggio ha, per me, una sacralità che non posso non rispettare… Continua a leggere…

Bimbi in spiaggia: il vademecum di Tata Lucia

Il 26 maggio scorso, presso il Museo della Marineria di Cesenatico, insieme ad altre 5 mamme blogger, ma anche insieme a tante altre mamme, papà, nonni e nonne, abbiamo incontrato questa splendida signora, altrimenti nota come Tata Lucia, protagonista del noto programma televisivo SOS Tata, ma anche autrice di vari libri dedicati all’educazione dei bambini, tra cui ‘Spegnete la TV’ e ‘Fate Famiglia’, editi da Rizzoli.

In realtà, la Signora Rizzi è, prima di tutto, mamma, nonna ed insegnante. Ama i bambini. E questa è la cosa che più è emersa fortemente. Lei con i bambini ci sa fare. Davvero. Un po’ la invidio, un po’ l’ammiro. Perché so che la sua “autorevolezza” deriva da anni di studio ed esperienza. Ma so anche che, come dice lei, “le emozioni passano di pelle”.  Ed il suo amore per i bambini di sicuro non l’ha imparato. E’ innato.

Il tema dell’incontro era SOS Buone Maniere in Spiaggia“, ossia “come gestire i bambini in vacanza“.  In realtà,ciò che ne è venuto fuori è stata una grande lezione di vita. Su come essere genitori, prima di essere individui.

Fare famiglia è un sacrificio. E la parola sacrificio viene dal latino sacrificiumsacer + facere, cioè rendere sacro. Insomma, fare famiglia significa fare una cosa sacra. Continua a leggere…

Come intrattenere i bambini in auto

Un incubo per alcuni. Una grande opportunità per passare del tempo di qualità con i propri figli, per altri. I viaggi in auto rappresentano, in effetti, una delle rare occasioni per stare insieme ai propri bimbi, senza televisione, compiti, telefonate e cene da cucinare. Basta sapersi organizzare!

Intanto, per essere davvero sicuri che bambini + automobile = divertimento e non incubo, pianificate in anticipo e seguite la regola N. 1 di un qualsiasi viaggio in famiglia: avere senso dell’umorismo

Ed ora ecco qualche suggerimento, per rendere indimenticabile il vostro prossimo viaggio in auto: Continua a leggere…

Camminare in viaggio. Qualche consiglio per partire con il piede giusto.

Camminare ha qualcosa di speciale e per me è un bisogno profondo che torna a galla. Camminare fa bene. Al corpo e allo spirito. E in viaggio ci permette di assaporare atmosfere, profumi, colori, suoni, volti, sensazioni. Viaggiare camminando vuol dire entrare in contatto con il territorio che stiamo visitando, abbandonare  i nostri sensi per farsi accogliere dal luogo in cui siamo, abbracciare i rumori o ascoltare il silenzio, annusare, assaggiare, ammirare da vicino. Emozioni che ci riempiono di energie.

Ma, quando si viaggia con i propri figli, può diventare facilmente e velocemente un incubo. Se fino ad un paio di anni di età, le cose sembrano abbastanza gestibili grazie al caro, amato, inseparabile passeggino… dai 3 anni in su, quando si decide che è ora per il pargolo di esplorare il mondo con le proprie gambette, cominciano i guai. Urla, stramazzi, calci, pugni… avanti, siate onesti! Chi non ha combattuto almeno una volta con il proprio pupillo nel bel mezzo di una gita fuori porta perché “mamma, mi sono stancato di camminare”?!? Non demordete! E’ fatica lo so e, come per tutte le cose, richiede costanza, allenamento e positive attitude, come direbbero i nostri amici britannici. Continua a leggere…

Viaggiate. Anche restando a casa.

Non conta dove siamo. Noi viaggiamo sempre.

So che suona strano, ma sono convinta che viaggiare non ha tanto a che fare con il visitare un luogo mai visto prima. Non si tratta di andare in vacanza o prendere un aereo. Viaggiare significa uscire dalla routine, riuscire a vedere il proprio mondo da un punto di vista diverso e cogliere l’unicità che ci circonda.

Sono sempre stata una viaggiatrice. Sin da ragazzina. Ma, scorrendo la mia vita, guardandomi indietro, mi accorgo che da sempre, come persona, come moglie e come mamma, non cerco solo l’avventura del viaggio lontano, cerco l’unicità dei luoghi in cui vivo. Penso e sogno continuamente quale sarà la nostra prossima tappa, dove andremo la prossima volta. E, nella maggior parte dei casi, la meta è proprio dietro l’angolo.

Può essere ovunque, non c’è bisogno di fare cose eccezionali, non è una gara a chi ha il passaporto più consumato. A volte basta un pic-nic mentre si aspetta il tramonto, una passeggiata sulla spiaggia, un giro in fattoria, una piccola gara fotografica sull’argine del fiume, un museo, persino un aperitivo al bar (N.B.: i miei bimbi adorano fare ” l’aperitivo”!!!).

L’importante è cogliere ogni opportunità per rompere la monotonia della routine e  per ritrovarsi insieme. Cogliere l’attimo, la stagione, l’avventura. A noi piace molto sfruttare le stagioni come stimolo verso il “viaggio creativo”. Continua a leggere…

In aereo con i neonati: 10 consigli

Generalmente è un piacere viaggiare con bambini di questa età, poiché di solito i dormono per la gran parte del viaggio e non danno particolari problemi. Qualche piccolo accorgimento però è necessario. Questa breve lista nasce dalla mia personale esperienza, ma anche e soprattutto dai consigli di altre mamme viaggiatrici come me, a cui va il mio grazie!

1. Provate, se potete, a far coincidere la poppata con il momento del decollo e/o dell’atterraggio. In fase di decollo e atterraggio, al bambino, come del resto agli adulti, si possono otturare le orecchie in seguito ai cambi repentini di pressione. Il che è decisamente fastidioso, se non doloroso. Succhiare dal seno o dal biberon aiuterà ad ovviare al problema. Se il bimbo non vuole mangiare, offritegli il ciuccio. Oppure, la tettarella del biberon. L’importante è garantire l’atto della suzione nella fase di atterraggio e di decollo. Continua a leggere…

Le regole fondamentali per viaggiare (con bambini)

Mamme e papà viaggiatori di tutto il mondo! Io questa lista me la sono appiccicata al frigo! Leggetela, insieme ai vostri figli, prima di partire per qualsiasi meta… L’autrice, Darreby Ambler, è una scrittrice e mamma di 3 figli. Vive a Bath, nel Maine.

Buona lettura e buon viaggio, V. Continua a leggere…

Pannolini lavabili: 5 vantaggi e 1 (piccolo) svantaggio

Se avete figli piccoli sapete cosa significa avere a che fare quotidianamente con la liturgia dei pannolini: costosi, ingombranti da trasportare e da smaltire, infestano la spazzatura e gettano nel panico quando stanno per terminare. Qualche tempo fa, però, sono andata a trovare una mia cara amica… alle prese con il suo secondo figlio. Prendendolo in braccio, mi sono accorta che, a 7 mesi, era senza pannolino. Stupita per questo fatto, le ho ovviamente chiesto come mai il bimbo non lo avesse e cosi… ho fatto la mia conoscenza con il mondo dei pannolini lavabili.

Si tratta di pannolini, generalmente costituiti da tessuti naturali (come flanella o spugna di cotone o canapa o bambù…), che possono essere appunto lavati e riutilizzati. Ne esistono  tre tipologie:

1. Due pezzi (detti anche All in 2 oAI2). Sono pannolini composti da una parte interna assorbente alla quale va sovrapposta una mutandina impermeabile

2. Tutto in uno (All in one o anche AIO). In questi pannolini la parte interna assorbente e quella esterna impermeabile sono cucite insieme, formando un solo pezzo.

3. Pocket. Come il nome suggerisce, sono pannolini a tasca, formati da uno strato esterno in PUL a cui è cucita la parte interna in pile. Nella tasca si inserisce uno o più inserti assorbenti, a seconda delle necessità di assorbenza.

Ogni tipologia può essere a taglie (per es. XS, S, M, L XL), che variano a seconda del peso del bambino. Esistono anche pannolini lavabili a taglia unica (TU dalla nascita al vasino), che seguono la crescita del bimbo con un sistema di bottoncini che aumentano o diminuiscono la dimensione del pannolino.

Per le mamme che non si accontentano, c’è l’imbarazzo della scelta in fatto di accessori. Ad esempio, potete trovare sul mercato gli inserti, che permettono di aumentare l’assorbenza di ogni tipologia di pannolino, e possono essere utilizzati internamente (nei pocket) o posizionati sopra il pannolino (tutte le altre tipologie). Ci sono poi i veli raccogli feci: foglietti piuttosto spessi generalmente di cellulosa che possono essere usati con tutte e tre le tipologie e con ogni tipo di tessuto. Infine, la wetbag, una borsa in pul (impermeabile e traspirante) utile per raccogliere i pannolini bagnati quando si è fuori casa.

Ma…per quale motivo dovremmo fare questa fatica quando in commercio esistono comodissimi pannolini usa e getta?  Ci sono 4 indubbi vantaggi:

1) Più salutari: i benefici dell’uso di pannolini lavabili sulla salute del bambino sono molteplici e si posso sintetizzare in una migliore traspirazione delle zone genitali e nella mancata esposizione a sostanze chimiche potenzialmente tossiche. Alcuni effetti nocivi derivanti dall’esposizione ai pannolini usa e getta sono state dimostrate in uno studio condotto su topi di laboratorio (Anderson & Anderson (1999), Arch Environ Health 54:353-358), che hanno presentato sintomi riconducibili all’asma, e irritazioni di occhi, naso e gola – assenti se esposti a pannolini di tessuto. Inoltre, essendo il pannolino lavabile un indumento costituito da tessuti e materiali totalmente naturali, il suo utilizzo minimizza le irritazioni e gli arrossamenti della pelle.

2) Rappresentano un’alternativa ecologica: rinunciando all’indubbia comodità di un prodotto usa e getta, i pannolini lavabili ci permettono di inquinare molto meno. Non tutti sanno, infatti, che i pannolini monouso sono tra i rifiuti più inquinanti in assoluto, perché non sono biodegradabili a causa delle palline di cellulosa che ne costituiscono l’imbottitura. Se pensiamo che ogni bambino utilizza nel primo anno di vita circa 7 pannolini al giorno e, a partire dal secondo anno, circa 5, e se pensiamo che lo spannolinamento avviene intorno ai due anni e mezzo, con un rapido calcolo riusciamo a concludere che ogni bambino lascia dietro di sé circa 5.300 pannolini! Inquietante, vero? Se non è abbastanza per convicervi, pensate che i pannolini usa e getta costituiscono il 20% circa dei rifiuti presenti nelle nostre discariche. Impiegano 500 anni a decomporsi e ogni bambino ne produce circa una tonnellata, richiedendo una quantita’ di cellulosa pari a circa 10 grandi alberi.

3) Risparmio assicurato: l’uso di pannolini lavabili giova anche alle tasche dei genitori, con un risparmio di circa il 70% rispetto all’acquisto di pannolini usa e getta. Secondo un recente studio, infatti, pare che per i pannolini usa e getta si spende in media tra i 2.000 e i 3.000 €, nei primi 2 anni e mezzo del bambino, mentre l’acquisto dei pannolini riutilizzabili comporta un investimento iniziale di circa 350 €, dal momento che i pannolini in tessuto possono essere regolati in base all’età e alla taglia del bambino, senza bisogno di ricomprarli dopo pochi mesi. Questa cifra viene abbondantemente ammortizzata nel corso del periodo di utilizzo dei panni. Inoltre se siete residenti nei comuni di Incisa Val d’Arno e Pontassieve sono disponibili anche alcuni incentivi comunali per l’acquisto grazie al programma “Cicogna verde”.

4) Con l’uso dei pannolini lavabili, l’abbandono del panno avviene presto, in genere intorno all’anno e mezzo. Ciò per un motivo molto semplice: il panno lavabile, pur essendo dotato di un grande potere assorbente (infatti non sussiste il pericolo di fuoriuscite!!), lascia un po’ di più sulla pelle la sensazione del bagnato, mentre i pannolini usa e getta, che sono costituiti da palline di cellulosa, la minimizzano. Nel primo caso quindi c’è un forte – e salutare! – stimolo ad abbandonare il pannolino, mentre i moderni panni monouso “viziano” il bambino togliendogli consapevolezza dei propri stimoli fisiologici.

5) Lavabilità e igienicità: una volta usati, i panni possono essere messi in una bacinella con acqua e bicarbonato, che rimuove eventuali macchie e assorbe gli odori. Dopo l’ammollo, è possibile infilarli in lavatrice ed essere sottoposti ad un normale lavaggio per il cotone, anche insieme al resto del bucato: usciranno perfetti e pronti ad un nuovo utilizzo!

C’è anche 1 (piccolo) svantaggio: sono generalmente più difficili da reperire rispetto a quelli monouso e richiedono un investimento iniziale di qualche centinaio di euro per procurarsene un assortimento completo.  Da oggi, comunque, possono essere acquistati in tutti i negozi Unicoop Firenze (pannolini lavabili a marchio Coop Viviverde, la linea ecologica dell’ipermercato). Se poi, come me, siete fan dell’acquisto online, ecco qualche sito dove poterli acquistare:
www.mammaecologica.com: pannolini lavabili di tutti i colori, accessori, offerte speciali e spedizione gratuita 24 ore su 24.
– www.auraderma.it: pannolini lavabili e tanti altri articoli per il neonato
www.ecobaby.it: tanti modelli e colori disponibili, consegna super-rapida entro 24 ore. Sconto del 3% se si utilizza Pay Pal
www.babynatura.it: anche qui tanti modelli e accessori. In corso una promozione speciale “Kit Pannolini Lavabili” a 180 euro incluso spese di spedizione

Per ulteriori informazioni sui pannoli lavabili, su eventuali incentivi comunali, sui nidi che li usano e sui negozi che li vendono, vi consiglio i siti: http://www.pannolinilavabili.info/ e http://www.nonsolociripa.it/

E voi, cosa usate per i vostri bambini?