La mia anima a Dio, la mia vita al Re, il mio cuore alla Dama, il mio onore a me.
Rulli di tamburo, squilli di trombe. Dame, musici, nobili, sbandieratori, giullari, danzatrici. E, naturalmente… prodi cavalieri. Mercoledì scorso, insieme ai miei piccoli principi, ho assistito all’ultimo appuntamento della manifestazione “Omaggio al Duca“, preziosa anticamera al lungo e ricchissimo programma del Palio di Ferrara. Il Borgo San Giovanni, una delle otto contrade che parteciperà al Palio, ha presentato – nel cortile del suggestivo Castello Estense – “La vestizione del cavaliere“, una delle tradizioni medievali più caratteristiche.

E così i miei piccoli turisti hanno imparato che nella società medievale, in cui dominavano guerre e battaglie, la figura del cavaliere era di grande importanza e portava con se una posizione di prestigio. I cavalieri erano abili combattenti e si sottoponevano ad un duro e lungo addestramento che, spesso, cominciava all’età di 7 anni e durava fino alla cerimonia di ordinazione. L’addestramento serviva per imparare a combattere a cavallo, a maneggiare con destrezza la lancia, a muoversi agilmente con addosso il peso di una robusta armatura e a stare al servizio dei nobili, rispettando precise regole d’onore e un codice morale di comportamento. Continua a leggere…