Sono convinta che sia una scena nota a tutti voi, miei cari genitori e compagni di sventura… State facendo la spesa con i vostri bimbi, tutto sembra tranquillo… ed ecco che, improvvisamente, vostro figlio irrompe con la domanda più temuta di tutte: “Mamma mi compri questo?!”. Dopo i primi vostri “NO” e le prime più o meno educate proteste della piccola peste, scoppia inesorabilmente la tempesta: capricci, urla, pianti, a volte anche calci e pugni… E mentre voi provate stoicamente a non cedere, la gente intorno vi guarda con aria di disapprovazione, scuotendo la testa e commentando fra i denti…
Eh si, la baby crisi isterica può avvenire ovunque ed in qualsiasi momento: a casa, per strada, al ristorante, al parco giochi, al supermercato… E la storia è sempre la stessa, il piccolo tiranno si dimena ed il povero genitore prova maldestramente a gestire sia il figlio che il proprio imbarazzo… E’ successo anche a voi, vero?! Bé, sappiate che fa tutto parte del copione: il bambino sta tentando semplicemente e con tutte le armi che ha a disposizione di ottenere ciò che vuole. E sa bene che snervare mamma e papà è la strada più facile per ottenere successo… Il punto è che, se mamma e papà cedono, è la fine. Il piccolo tiranno li avrà in pugno per sempre. A dirlo è il pediatra Italo Farnetani, docente dell’Università di Milano-Bicocca.
Per fortuna, ci sono due magre (molto magre) consolazioni:
1) la prima è che, a parere di Farnetani, “sono bimbi molto intelligenti quelli che cercano di imporre la propria volontà prima dei 2 anni. Ecco che la casa, e soprattutto le uscite in pubblico, possono diventare teatro di una lotta di potere che vede soccombere i genitori permissivi, ma non quelli protettivi e autorevoli”, assicura l’esperto.
2) la seconda è che non siamo da soli… In Italia, già ad un solo anno di vita, 30.000 bimbi sono talmente intelligenti da cercare di imporre la propria volontà a suon di pianti e urla. La piccola folla urlatrice si espande a dismisura raggiungendo quota 150.000 bambini, non appena si taglia il fatidico traguardo degli ormai noti ‘ terribili 2 anni’ (una fase in cui anche il bimbo più angelico mostra continui ed esasperanti atteggiamenti di ribellione). Come si dice, mal comune, mezzo gaudio…
In realtà, con queste richieste ostinate ed insistenti, i bambini ci comunicano il bisogno di ricercare un limite che solo noi, in quanto adulti e genitori, siamo in grado di fornirgli, grazie a un sistema di regole e di divieti ben precisi e circostanziati. Non porre dei limiti e dei confini ai nostri figli significa abituarli a vivere in un mondo privo di regole e, quindi, privo di punti di riferimento.
Come comportarsi dunque? Di fronte all’atteggiamento troppo lassista di alcuni genitori, incapaci di porre dei limiti, si contrappone l’atteggiamento di altri indubbiamente troppo rigidi e intransigenti. Se è bene ricordare che nessun estremo garantisce una crescita equilibrata, è altrettanto importante sottolineare che la politica del “lasciar correre e del lasciar fare” non è un segno di amore per i nostri figli. Anche se con un tale atteggiamento siamo convinti di rispettare la loro libertà e la loro autonomia, di fatto rischiamo di trasmettergli un segnale di indifferenza. Vale la pena allora riflettere ricordando che l’amore non è sufficiente per educare un figlio. E’ fondamentale partire proprio dal nostro amore per evolvere verso una genitorialità più matura ed autorevole. E’ l’unico modo per dare ai nostri figli gli strumenti necessari per crescere e ad affrontare il mondo, anche senza di noi.
Ecco, allora, 10 piccole regole per gestire i nostri baby-urlatori senza soccombere:
1) Chiarire in modo inequivocabile cosa è concesso e cosa non lo è. “E’ fondamentale mettere dei paletti”, dice Farnetani.
2) Mostrarsi irremovibili sulle decisioni condivise: “Il piccolo ‘annusa’ la parte debole della coppia”.
3) Non alterare il proprio comportamento in seguito agli strilli, altrimenti si rischia di perdere “non una battaglia, ma la guerra”.
4) Non far capire che pianto e urla ci mettono in imbarazzo in pubblico: il piccolo li riserverà alle uscite per ottenere quello che vuole. “Meglio ignorare gli strepiti, parlare al bimbo con voce calma e tranquilla mostrandosi indifferenti. Se imbarazzati dagli sguardi altrui, meglio spiegare che si tratta solo di un capriccio piuttosto che cedere per farlo stare buono”.
5) Cercare di rispettare il più possibile gli orari del bimbo, in particolare quelli della pappa e del sonno. In questo modo sarà più tranquillo e meno irritabile.
6) Se a un anno vuole mangiare insieme agli adulti, è bene assecondarlo. Certo non potrà consumare le stesse cose, ma assaggiare e guardare come si comportano i grandi può essere utile. Insomma, se fa i capricci per mangiare con mamma e papà, “si può tranquillamente concedere un posto a tavola”.
7) Quando si mette a strillare è bene che tutti, “genitori, nonni e tata, abbiano lo stesso atteggiamento. E non facciamoci ingannare da pseudo-credenze come quella secondo cui i maschi non vanno fatti piangere, sennò gli esce l’ernia”, dice Farnetani.
8 ) Non forzarlo ad andare a letto troppo presto o quando c’è troppa luce. “Meglio portarlo a nanna quando ha sonno, così dormire da solo nel lettino sarà’ più’ facile”, assicura.
9) Non imporgli tutto, ma solo le cose fondamentali. “Insomma, è giusto concedere qualcosa al piccolo urlatore, ma e’ vietato farlo quando strilla: deve imparare a chiedere, specie se è già grandicello”.
10) Non reagire mai con rabbia o frustrazione, ma mostrarsi calmi e imperturbabili. Questo, assicura il pediatra, disinnescherà l’arma ‘sonora’.
E se avete avuto la pazienza e la voglia di arrivare fino in fondo a questo post, vi premio con un’undicesima chicca… la strategia della sgridata di 1 minuto!
Questa strategia è stata studiata da un gruppo di psichiatri americani: una sgridata da 1 minuto significa che deve essere breve per essere ascoltata e compresa dal bambino, facendogli capire l’importanza dell’errore che ha commesso, ma al contempo trasmettendogli un messaggio di affetto, che lo rassicuri del nostro amore. Allontanatevi quindi col bambino dal luogo in cui ha commesso il fattaccio o il capriccio. Prendete in braccio vostro figlio e durante i primi 30 secondi esprimetegli tutta la vostra preoccupazione o la vostra irritazione (è importante che esterniate le sensazioni che state provando, in questo modo scaricherete l’eventuale tensione accumulata). In un secondo momento spiegategli le ragioni per cui è stato sgridato, facendogli capire quale regola è stata infranta. Quando il bambino mostrerà una reazione, cambiate il tono di voce e, con atteggiamento rassicurante, ditegli che in ogni caso lo amate e che lo sapete capace di comportarsi bene. Alla fine di tutto, un abbraccio.
In bocca al lupo!! E fatemi sapere se funziona!