Sul ghiacciaio di Mortaratsch. Tutta colpa di una leggenda.

Mort  Aratsch, Mort  Aratsch! (Aratsch è morto! )

Una voce femminile riempie la valle.  E’ triste, nostalgica. E’ la voce di  Annetta, figlia di un ricco agricoltore dell’Engadina, che chiama da secoli il suo amato.

Di lei si era, infatti, innamorato un povero, giovane pastore – Aratsch – il quale voleva sposarla. Ma il padre della fanciulla proibì il matrimonio e Aratsch se ne andò all’estero, arruolandosi nell’esercito. Divenuto un fiero ufficiale, fece ritorno a casa per chiedere di nuovo la mano di Annetta, ma scoprì che la ragazza era ormai morta di crepacuore. Disperato, si diresse verso il ghiacciaio e non fece più ritorno.

ghiacciaio Morteratsch

Da quel momento, nella sua malga sull’alpe, il vecchio zio Gian cominciò a sentire di notte  il fantasma di Annetta mormorare continuamente: “Mort  Aratsch, Mort  Aratsch!” Così, quando tempo dopo lasciò la malga ad un giovane pastore, gli consigliò di non disturbare mai quel fantasma che sembrava far produrre alle mucche più latte. Il giovane, però, ignorò il suggerimento, rimproverò lo spirito dei morti dell’Alpe e maledisse la povera anima in pena. Il fantasma, allora, fuggì maledicendo a sua volta quei luoghi. Da quel momento, il ghiacciaio cominciò ad avanzare e ricoprì in breve l’alpe, la malga e l’intera valle…

Sarà, forse, solo una leggenda. Ma quel ghiacciaio, che ha preso il nome proprio dallo straziante lamento di Annetta e si chiama, appunto, Morteratsch, è uno dei luoghi più coinvolgenti e spettacolari di tutte le Alpi. Ed è anche una delle stazioni servite dal Trenino Rosso del Bernina, sulla tratta Tirano – St. Moriz. Già prima di partire da casa, sapevamo che questa fermata non potevamo proprio perdercela.

Decisi a raggiungere il ghiacciaio, lasciamo gli zaini all’Hotel/Ristorante che si trova proprio dietro la stazione e ci inoltriamo su per il sentiero che conduce al Vadret da Morteratsch.

ghiacciaio Morteratsch

Il silenzio è interrotto solo dal fruscio degli sciatori che scivolano leggeri sulla neve. E, a tratti, dalle grida dei miei bimbi che non stanno più nella pelle. Loro vorrebbero incontrare Annetta. E, forse, in fondo in fondo, piacerebbe anche a noi.

passeggiando lungo il sentiero del ghiacciaio Morteratsch 2

Tra l’imponenza delle montagne, il candore della neve e le alte sagome degli alberi che ci circondano, sembra quasi di sentire la sua voce. Un dolce eco, non più un lamento… Ora, oggi, sembra in pace con il mondo. Non si può non essere in pace con il mondo, in un posto così bello…

paesaggio ghiacciaio Morteratsch 1

E mi sembra di vederla Annetta, mano nella mano con Aratsch, che osserva divertita i miei piccoli esploratori ed il loro entusiasmo di fronte alle mille sorprese che incontreranno lungo il percorso…

mano a Morteratsch

Che li osserva mentre giocano, senza spazio e senza tempo, nella neve…

giocare 3

giocando nella neve

giocando nella neve 2

Magari rotolandocisi dentro…

rotolandosi nella neve

E (ri) scoprendo che gusto ha quel soffice manto bianco…

scoprire che gusto ha

Ancora oggi, riguardando le foto scattate durante quella meravigliosa passeggiata, penso che non so decidermi. Non so proprio dire se mi ha incantata più il percorso…

dettagli

…o la meta!

il ghiacciaio di Morteratsch

Voi cosa ne pensate?

Dai, scrivetemelo nei commenti! Io, intanto, comincio già a pensare al prossimo post. Eh già, perché il trenino rosso continua la sua corsa. Prossima tappa… Pontresina!

______

Informazioni pratiche:

  • Il sentiero che porta al ghiacciaio è ben segnalato ed è semi-pianeggiate, quindi facilmente percorribile anche con i bambini.  Arrivare o meno fino al ghiacciaio dipenderà, ovviamente, da quanto voi e i vostri bimbi (soprattutto se piccoli) siete abituati a camminare. Orientativamente, ci impiegherete un’ora e mezza all’andata ed un’ora e mezza al ritorno (visto che i bimbi si fermeranno spesso a giocare!).
  • Per pranzare, a meno che non abbiate pranzo a sacco, l’unica soluzione che avrete a disposizione sul posto è lHotel Ristorante Morteratsch, che si trova proprio all’imbocco del sentiero (praticamente dietro la stazione del trenino rosso); se dite loro che pranzerete lì, potrete lasciare i bagagli presso il guardaroba ed affrontare, dunque, la passeggiata senza pesi inutili.

morteratch fermata bernina express

  • Il ristorante offre un menu per bambini (anche pasta), pennarelli e fogli da colorare (una costante in Svizzera!)
  • I prezzi, ovviamente sono quelli tipici dell’Engadina. Prevedete di spendere, se siete in quattro, non meno di 60 euro.
  • E, a proposito di pranzo, attenzione a come agli orari! Mi spiego meglio. Se prendete uno dei treni che partono da Tirano la mattina, arriverete a Morteratsch non prima delle 11:30 (dipende ovviamente dall’orario di partenza che sceglierete). Prevedete circa tre ore per l’escursione (per cui, potreste riuscire a pranzare sul tardi). Vi consiglio, quindi, di controllare bene gli orari del trenino, prenotare il pranzo ad un orario congruo e portare con voi acqua e qualche snack da mangiare durante la passeggiata.
  • La stazione di Morteratsch si trova a circa 20 minuti da Pontresina e 40 da St. Moritx. Dopo pranzo, potrete prendere il treno successivo e proseguire la corsa. Tenete presente che, se siete partiti da Tirano a bordo del treno panoramico e decidete di scendere ad una qualsiasi delle fermate intermedie, poi potrete proseguire solo a bordo di un normale regionale. Niente paura… L’unica differenza  tra le due tipologie di treno consiste (oltre che nel prezzo) nei finestrini che, sul Bernina Express panoramico, sono più grandi (ma non si abbassano!). Di questo, però, parlerò più dettagliatamente nel post mini-guida che sto preparando.
  • Se, invece, volete leggere del nostra bordo del trenino rosso, lo trovate qui: Tra il Bianco e il Rosso. 


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Categorie: Montagna, Svizzera

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12 commenti su “Sul ghiacciaio di Mortaratsch. Tutta colpa di una leggenda.”

  1. 24 gennaio 2013 a 1:49 PM #

    Ogni volta che vedo questi magnifici posti incantati ricoperti dalla neve mi sale un brivido, ma non di freddo, di pace. Amo la neve e i luoghi come questo mi fanno sempre emozionare.

    • 24 gennaio 2013 a 1:53 PM #

      Elena, quanto mi trovi d’accordo… è stata un’emozione unica. Anche io amo la neve, esattamente per gli stessi motivi… Grazie per essere passata di qua, cara…

  2. 24 gennaio 2013 a 5:51 PM #

    La storia dei due protagonisti è davvero triste, poveri. Le leggende che ruotano intorno ai ai paesi sono sempre affascinanti e inoltre ci aiutano a scoprire da dove nasce il nome di quella città. La foto della neve intonsa è uno spettacolo invitante. Ciao tesoro.

    • 25 gennaio 2013 a 9:40 PM #

      E’ vero cara Tizi. E la neve… ah! Io la trovo romantica e affascinante in tutte le salse. Un abbraccio tesoro!

  3. 27 gennaio 2013 a 10:59 PM #

    Adoro la neve, adoro la montagna, adoro la svizzera, la sua precisione, la sua perfezione ambientale e logistica. Piango per non aver ancora fatto questa esperienza, invidio chi c’è andato (compreso i miei) e aspetto aspetto, aspetto… momenti migliori, momenti adatti… e il tuo post con le info pratiche….. Grandissima Valentina per come hai reso la magia…

    • 28 gennaio 2013 a 10:14 am #

      Grazie Monica! Che belle parole che mi lasci. Ti auguro di andarci prestissimo! In settimana dovrei riuscire a pubblicare anche la guida pratica… magari potrà esserti d’aiuto. Un abbraccio e a prestissimo!

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