Insegniamo ai nostri figli il pensiero laterale

Sir Ken Robinson, un pedagogista molto creativo e fuori dagli schemi, getta i principi base del manifesto per un nuovo sistema educativo. Nei suoi discorsi, sfida il modo in cui educhiamo i nostri figli oggi e propone una radicale riorganizzazione del sistema scolastico, per incoraggiare la creatività ed il “pensiero divergente”.Presenza fissa al TED (le sue videoconferenze sono state viste in rete più di 7 milioni di volte), afferma che la scuola di oggi è una scuola antica, concepita “nel clima culturale e intellettuale dell’Illuminismo e nelle circostanze economiche della prima rivoluzione industriale”.

Robinson sostiene che tutti i bambini hanno enormi talenti e che il sistema educativo di oggi li spreca senza pietà. Secondo il suo manifesto, la scuola dovrebbe incoraggiare il “ pensiero laterale”, espressione coniata dallo psicologo maltese Edward De Bono per indicare la capacità di risolvere i problemi in modo creativo e da diverse prospettive.

I bambini sono naturalmente portati a vedere le cose lateralmente – e quindi a fare più domande e a trovare più soluzioni – di quanto lo siano gli adulti. Si buttano, non hanno paura di sbagliare e, se sei preparato a sbagliare, se provi, hai più possibilità che ti venga in mente qualcosa di originale. Il problema cruciale è che per la struttura educativa di oggi sbagliare è la cosa più grave che possa accadere. Quindi, la scuola diventa un luogo in cui i bambini, invece di sviluppare e articolare il loro pensiero, lo standardizzano. Il risultato è che “stiamo educando le persone escludendole dalla loro capacità creativa”. Vale a dire che da piccoli siamo tutti creativi, ma crescendo ci insegnano a non esserlo più.

Una delle sue videoconferenze termina cosi: “Ciò che TED celebra è il dono dell’immaginazione umana. Dobbiamo fare attenzione ad usare questo dono saggiamente ed evitare alcuni degli scenari dei quali abbiamo parlato. E lo faremo solo se sapremo vedere le nostre capacità creative per la ricchezza che sono e se sapremo vedere i nostri figli per la speranza che sono. Il nostro compito è di educarli nella loro interezza affinché possano affrontare il loro futuro. Forse noi non vedremo questo futuro, ma loro sì. E il nostro compito è di aiutarli a farne qualcosa. Grazie mille.”.

Grazie a te, Sir.

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Categorie: Educazione in viaggio, Viaggiare con i bambini

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